La frazione più estesa e popolosa di Panicale, di recente crescita. Nella piazza Magenta, una pregevole fontana decorata in pietra di Girolamo Ricotti.
Tavernelle è la frazione più estesa e popolosa del territorio di Panicale, favorita nello sviluppo dalla collocazione nel fondovalle.
La sua crescita urbana è recente, in gran parte costituita da un’edilizia diffusa e dai nuovi quartieri residenziali che si sono allineati lungo il percorso della via Pievaiola e nelle aree collinari che delimitano la sponda sinistra del Nestore.
All’incrocio tra la via Pievaiola e la strada che scendeva dal castello di Mongiovino esisteva sin dal XIV secolo un’osteria, che lo storico Pompeo Pellini (1664) rammenta col nome di «Taverne di Bartuccio», presso la quale si teneva il «Mercato delle Tavernelle». La strada segnava il confine tra le diocesi di Perugia e di Chiusi, per cui la fila di case verso oriente dipendeva dal castello di Oro e l’altra a occidente dal castello di Mongiovino. Questa situazione imbarazzante si protrasse fino al 1836, quando le due parti si accordarono di far passare il confine sul corso del fiume.
Al centro dell’abitato funzionava un ospedale per l’accoglienza dei poveri, che fu fondato nel 1490 e venne accatastato l’anno 1500, ed era servito da una piccola chiesa senza cura d’anime, dipendente dalla parrocchia di Oro, intitolata alla Santissima Annunziata. La chiesa fu ricostruita nel 1857, due anni prima che fosse eretta la parrocchia autonoma di Tavernelle. Quasi contemporaneamente fu abbattuto l’ospedale dei poveri, che si affacciava su Piazza Magenta dove si trova una fontana decorata da un leone in pietra, realizzata dallo scultore locale Girolamo Ricotti (1897 – Roma 1987).