La chiesa di Santa Maria della Querciolana è posta a circa 1 km dal centro di Panicale, nella strada che conduceva un tempo al castello di Mongiovino. Si visita chiedendo ai proprietari dell’azienda agraria La Querciolana, che conserva al suo interno la cella dell’altare maggiore, mentre la navata della chiesa fu demolita intorno all’anno 1800.
In origine era una edicola viaria che fu protagonista di «un miracolo compiuto da un’immagine della beata Maria Vergine alla Querciolana, della quale si racconta che apparisse ad una fanciulla stando sul tronco di una quercia, dalla quale quercia e dalla fonte Rana che vi scorre accanto prese la chiesa il nome di Querciorana» (Corinzio Corsetti 1626). La notizia del miracolo suscitò un’intensa devozione e la Maestà diventò «famosissima …nell’assolvere voti e nell’ottenere grazie, che vi fa accorrere una folla innumerevole dai luoghi più diversi portando numerosi doni, e per la festa che tutto il popolo vi tiene in suo onore nel tempo delle Pentecoste, nella quale occasione la chiesa viene decorata a spese della comunità di Panicale…» (Ibidem). Nel 1480 già esisteva una piccola chiesa, che ottenne in quell’anno l’autorizzazione a celebrarvi messe e uffici. Tre anni dopo (2 maggio 1483) si dette inizio alla costruzione di un edificio assai grande, presso il quale fu costruito un convento per una comunità di frati Serviti di Perugia.
La chiesa era coperta a travature lignee aveva quattro altari, presso i quali i Baglioni del castello di Montalera elessero le loro sepolture.
I frati Serviti restarono alla Querciolana fino al 1652, quando il convento fu chiuso per decreto di Innocenzo X.
Della Chiesa resta la sola cappella maggiore, con l’altare rinascimentale in pietra e la decorazione ad affresco della parete absidale.
Quando fu abbattuta la navata della chiesa, la parte superstite fu ricoperta di bianco di calce. Gli affreschi furono ritrovati “nel novembre 1910 [quando] un pittore fiorentino cercò sotto l’intonaco di calce e scoperse degli affreschi della scuola perugina: un’Annunciazione di Maria, la cui immagine è tutta quanta scalpellata, e in alto un Padre Eterno in mezzo ad una gloria di cherubini e serafini, somiglianti nel disegno a quelli del S. Sebastiano del Vannucci” (Grifoni 1918). Attraverso un’apertura si scorge la Maestà miracolosa, che raffigura una Madonna del latte tra due angeli e negli sguanci i santi Giovanni Battista e Antonio Abate, riferibile ad un pittore toscano attivo sullo scorcio del XIV secolo che imita la maniera di Giovanni del Biondo e di Niccolò di Pietro Gerini. Sulla parete ai lati della nicchia è dipinta la storia dell’Annunciazione. La figura della Vergine annunziata, forse dipinta per la chiesa esistente nel 1480, è riconducibile ad un pittore fiorentino prossimo alla maniera di Sandro Botticelli e di Filippino Lippi (Lunghi 2005). L’Angelo annunziante, l’Eterno nella lunetta, l’Uomo del dolore nel finto paliotto e gli angeli all’esterno della mostra in pietra sono attribuiti al pittore perugino Giovanni Battista Caporali (Gnoli 1923). Nella cornice in pietra dell’altare, che presenta gli stemmi dei Servi di Maria e del castello di Panicale, si è voluto riconoscere lo scultore Francesco di Guido da Virio (Scarpellini 1981), forse su disegno dello stesso Caporali.